Comune di Campi Bisenzio

Chiesa di San Martino

Chiesa di San Martino - foto di Andrea Bonfanti
 
 

Informazioni e orari

La chiesa è chiusa al pubblico. Per informazioni e visite contattare l'Associazione San Martino.

 
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La storia

La Chiesa di San Martino a Campi, di origine medioevale, era anticamente lambita dal fiume Bisenzio. Quando, per eliminare una pericolosa ansa, fu deviato il corso del fiume, la chiesa si trovò divisa da buona parte del territorio parrocchiale.  

 

Il più antico documento che cita il popolo di San Martino a Campi è un contratto di vendita del 1239 anche se l'atto più interessante, in cui si parla esplicitamente della chiesa, risale al 1326: il testamento del rettore ser Dino fu Bello da Campi che lasciò alla Chiesa di San Martino alcuni paramenti sacri, una modesta somma in denaro e il metallo per la fusione di una nuova campana.

La chiesa, come altre del circondario, fu patronato dei Mazzinghi. La loro presenza è testimoniata, fin dal 1400, nella chiesa, nella canonica e sul campanile a vela dello stemma della potente famiglia, raffigurante tre mazze rovesciate.

E furono proprio i Mazzinghi, quando la Repubblica fiorentina ordinò la deviazione del Bisenzio e la Chiesa di San Martino rimase separata dal suo popolo, ad edificare sull'altra sponda del Bisenzio, un oratorio dedicato a San Giusto, oggi inserito nella struttura del Convento delle Suore Carmelitane di Santa Teresa.

 

Fra il '700 e l'800, il patronato della chiesa passò alla famiglia dei Bacci della Sala di Brozzi, anche se altre famiglie si intrecciano nella storia della comunità parrocchiale. Una di queste è quella dei Bonseri, una famiglia di San Martino passata da una condizione modesta a quella di piccoli proprietari e coltivatori in proprio. 

Fu uno dei suoi membri, Pietro Bonseri che alla fine del 1400 fece edificare a sue spese una cappella dedicata alla Madonna, con un pregevole affresco, di cui si erano perse le tracce e che fu ritrovato nel 1934 durante i lavori di restauro della chiesa.
L'affresco, attribuito alla scuola del Ghirlandaio è oggi collocato all'interno della chiesa.

 

L'edificio subì nel corso dei secoli molte trasformazioni, soprattutto all'interno, dove l'austerità e semplicità tipiche dell'antico impianto romanico furono sostituite dallo stile Barocco.

All'inizio del '900 la chiesetta si trovava in uno stato di avanzato degrado. 

 

I primi restauri incominciarono nel 1934, con l'arrivo del nuovo parroco Don Giuseppe Cioni, che intraprese un'opera di restauro e abbellimento non solo dell'interno ma anche dell'esterno.

L'interno fu riportato all'antica semplicità e alle pareti furono collocate alcune opere, tra cui l'affresco della fine del XV secolo scoperto proprio durante i lavori di restauro, e nell'abside fu realizzato dalla pittrice perugina Gina Baldracchini un affresco che raffigura Cristo benedicente fra la Vergine Maria e San Martino.

 

Anche l'esterno fu sistemato. Nel rosone della facciata fu realizzata una vetrata commissionata dalla famiglia Bacci all'artista Rodolfo Fanfani ed il vecchio cimitero parrocchiale, non più utilizzato, fu trasformato in un piazzale. Fu allargata anche la strada antistante la chiesa lungo la quale fu piantata una fila di cipressi.  

I lavori terminarono nel 1942, per poi essere ripresi successivamente negli anni '60-'70 dall'allora parroco Don Mario Smeraldi.

 
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La chiesa oggi

Poco rimane dell'antico edificio, oggetto negli ultimi tre secoli di profonde trasformazioni architettoniche. Attualmente la Chiesa di San Martino non ha un parroco ed è aperta al pubblico solo occasionalmente.

 
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Cosa vedere

La piccola facciata in pietra è spezzata solamente dal portale d'ingresso e dal rosone che lo sovrasta. 

La vetrata del rosone raffigura San Martino e il povero e fu inserita nel 1934 da Don Cioni che la commissionò a Rodolfo Fanfani  per conto della famiglia Bacci.

Sopra la facciata si scorge il campanile a vela, caratterizzato da una doppia monofora.

 
Affresco all'interno della Chiesa di San Martino - foto di Andrea Bonfanti

All'interno della chiesa, si può ammirare un affresco della fine del '400 attribuito alla scuola del Ghirlandaio, con particolare riferimento a Sebastiano Mainardi (1460 - 1513). L'opera è divisa in due parti: nella lunetta superiore è raffigurata l'Annunciazione mentre nel quadro inferiore l'incontro della Vergine con Santa Elisabetta tra quattro santi: Santa Caterina d'Alessandria, San Michele, San Sebastiano e Sant'Antonio Abate.

Al centro dell'abside troneggia l'altare maggiore, un parallelepipedo in pietra serena scolpito con marmi intarsiati, databile per la struttura e i motivi decorativi alla prima metà del 1400.

Nel catino absidale vi è un affresco che raffigura Cristo benedicente fra la Vergine Maria e San Martino realizzato nel 1934 dalla pittrice perugina Igina Baldracchini.

 
 

Molte delle opere che abbellivano la Chiesa di San Martino entreranno a far parte della Raccolta di Arte Sacra che è in fase di realizzazione presso la parrocchia di Santa Maria.

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Notizie tratte da:

 

Approfondimenti

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