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Museo Antonio Manzi

Museo Antonio Manzi

 
 

Puntasecca

Particolare Autoritratto con modella 1984 Puntasecca cm 30x19 Tiratura 20
Particolare Autoritratto con modella 1984 Puntasecca cm 30x19 Tiratura 20

La puntasecca Autoritratto con modella fu esposta la prima volta nel 1985 a Prato, alla Galleria Il Pozzo, in occasione di una mostra monografica il cui nucleo principale era costituito da centoventisei opere grafiche realizzate dall'artista in un tempo brevissimo, circa sei mesi, tale da tradire l'entusiasmo e l'impegno che sempre Antonio Manzi profonde nelle sue opere. Egli, infatti, inizia a dedicarsi alla tecnica incisoria della puntasecca alla metà del 1984, come risposta alla continua ricerca di tecniche e materiali nuovi che si rivelano subito docili strumenti della sua capacità creativa. 

 

Questo tipo di incisione, come l'affresco, il graffito e la ceramica, in realtà non è semplice da padroneggiare e di fatto non consente errori o pentimenti. Per realizzare la puntasecca la matrice metallica viene direttamente graffiata con una punta d'acciaio che produce un solco sottile e preciso, più o meno profondo, i cui margini presentano lievi sbavature, le cosiddette barbe, che possono essere lasciate o asportate con un raschiatoio.

La stampa, ovvero la puntasecca, si ottiene con l'inchiostratura e il passaggio sotto il torchio della lastra.

Le copie che si possono ottenere con questa tecnica so no piuttosto limitate proprio per la presenza delle barbe che la pressa schiaccia facilmente, usurandole.

Attraverso la modulazione della linea che nella carta stampata risulta molto precisa, ma anche morbidamente sfumata ai margini, si possono ottenere risultati espressivi straordinari, come attestato le opere grafiche di grandi artisti del passato che hanno adottato questa tecnica incisoria, basti pensare ad Andrea Mantegna o ad Albrecht Dürer, fino a Pablo Picasso.

La puntasecca permette di esprimere grande originalità inventiva e mette alla prova il virtuosismo tecnico di un artista, anche perché il segno prodotto dallo stilo sulla matrice, una volta tracciato, non è più possibile correggerlo.

Questo è certamente uno degli aspetti che hanno fatto prediligere ad Antonio Manzi tale metodo grafico, anche se quello più importante è la possibilità di esaltare precipuamente le doti disegnative, di far apprezzare il segno, elementi che determinano l'originalità del suo stile.

Autoritratto con modella mostra uno dei temi più consueti dell'opera manziana, l'autoritratto nello studio, circondato da opere d'arte e ispirato dalla presenza femminile.

Il tratto sicuro e sintetico diviene fluente nel descrivere le figure muliebri, la linea aspra e spezzata che caratterizzava i disegni degli anni '70 con lo stesso soggetto si è trasformata in una linea che si allunga e si incurva adatta ad esprimere nuovi e non più drammatici contenuti.

Particolare Deposizione 1984 Puntasecca cm 40x30 Tiratura 25
Particolare Deposizione 1984 Puntasecca cm 40x30 Tiratura 25

La Deposizione è il primo tema sacro affrontato da Manzi, come attesta il disegno a biro su marmo realizzato dall'artista ancora adolescente, ed è altresì il soggetto sacro più volte ripreso nel corso di tutta la sua attività e riproposto più volte nelle puntesecche, nella maiolica, così come in tutti i materiali e tecniche utilizzate costantemente fino ad oggi. Al profondo valore religioso che l'autore attribuisce a questo episodio del Vangelo si affianca quello più strettamente personale, come già è stato accennato. Per l'artista il Cristo deposto dalla croce ha il significato della cessazione del dolore nel momento più estremo e diviene simbolo potente della sospensione e del superamento della sofferenza umana con l'aprirsi della speranza.

 

In questo senso la Deposizione assume anche un preciso accento autobiografico, come ha dichiarato più volte Manzi stesso. Allo sviluppo orizzontale che caratterizza la prima Deposizione su marmo, si sostituisce, in questa puntasecca, una composizione verticale, con pochi personaggi che danno un carattere intimo e quasi devozionale all'opera.

La drammaticità dell'evento è demandata alle figure maschili calve, disposte su una stessa diagonale, i cui corpi nudi e tesi tradiscono lo sforzo fisico e psichico di dover sorreggere Cristo deposto dalla croce. 

Contrastano con queste figure il volto dolce e sereno del Salvatore e quello malinconico della Maddalena, le cui teste si piegano sulla spalla assumendo identica posizione, come a suggerire l'analogo destino terreno dell'uomo e della donna. Il paesaggio che si intravede sullo sfondo, al di là del braccio orizzontale della croce, è definito sinteticamente attraverso una linea ondulata e spezzata che forma un lungo distendersi di colline.

L'iconografia proposta in questa puntasecca, caratterizzata da uno sviluppo compositivo marcatamente verticale, con i personaggi disposti a formare una dolorosa piramide umana diverrà, pur con alcune varianti, canonica nell'opera di Manzi, specialmente nelle puntesecche, come attestano quelle realizzate, ad esempio, nel corso degli anni '90 del Novecento.

Gabriella Mancini - tratto dal catalogo Il Museo Manzi


  1. Autoritratto con modella [21 Dicembre 2007]
  2. Innamorati [21 Dicembre 2007]
  3. Deposizione [20 Dicembre 2007]



Ultima Modifica: 26/07/2016

Ultima Modifica: 26/07/2016

© Museo Manzi - Villa Rucellai 50013 Campi Bisenzio ( Firenze )