Home / Vivere la città / Biblioteca Tiziano Terzani / Recensioni dei lettori / 2010 / Recensione - Il bambino che sognava la fine del mondo
Antonio Scurati
Bompiani, 2009, 245 p.
Coll. P 853.914 SCU
Non si può evitare di accennare al coinvolgimento autobiografico di Scurati in questo suo ultimo romanzo, quando fin dalla copertina ci troviamo lo sguardo indefinibile del bambino che è stato, in un "ritratto (fotografico) dell'autore da cucciolo".
Poi, ogni volta che leggiamo, c'è quel narratore che tanto gli somiglia, almeno professionalmente, e ci sono anche quegli squarci notturni sugli episodi di sonnambulismo, di cui gli abbiamo sentito raccontare a Torino, all'ultima Fiera del Libro, che lo accostavano al pensiero adulto della morte e della fine del mondo.
C'è la storia, un'indagine giornalistica, di cui viene incaricato il narratore, su un sospetto episodio di pedofilia che disordina la sicurezza della provincia perbenista; tutti i mostri sono usciti da sotto il letto e sono in giro per la città. Un'indagine condotta con disagio e nell'imbarazzo di tutti, anche del dubbio.
Ci sono la sostituzione delle paure ancestrali con le paure diffuse dai media e l'effetto affascinante e illusorio della narrazione della cronaca d'effetto.
Quindi, calerà il disturbante e lucido terrore di quel reality che si proietta sulla realtà quotidiana in un grande gioco d'illusione.