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Scontri a El Guerguerat. Solidarietà con il Popolo Saharawi

 

Cresce l'allarme per il mancato rispetto degli accorsi sul cessate il fuoco

 

In piena pandemia desta forte preoccupazione il reiterato sfregio del rispetto della legalità internazionale da parte del Marocco nell'annosa questione con la Repubblica Araba Saharawi Democratica per il controllo del Sahara Occidentale. La zona interessata dalla tensione è El Guerguerat, una lingua di terra dell'estremo sud-ovest del Sahara Occidentale che arriva fino al mare, dove dall'inizio di ottobre si stanno svolgendo scontri tra truppe marocchine e un gruppo di manifestanti del Fronte Polisario. Una lunga fila di camion marocchini è ancora bloccata lì per il settimo giorno consecutivo.

Nella situazione di blocco dei trasporti aerei il Marocco ha infranto ulteriormente le disposizioni ONU per il commercio di risorse provenienti dal Sahara Occidentale. Al danno la beffa: all'illegalità dello sfruttamento delle risorse già sancito dal Tribunale Europeo si somma la sfrontatezza di utilizzare il corridoio di Guerguerat, definito come territorio non accessibile al Marocco dalle stesse Nazioni Unite. Questo corridoio, confinante con la Mauritania, era stato escluso dalla parte del Sahara Occidentale occupato dal Marocco e isolato militarmente dal muro costruito negli anni Ottanta, una struttura fortificata e minata di 2720 km che taglia in due lo Stato del Sahara Occidentale. Tale definizione del territorio, sebbene illegale, fu considerata nel 1991 dall'ONU utile per il monitoraggio del cessate il fuoco tra le due parti in conflitto: Marocco e Fronte Polisario, e reiterata nel 1997.

Questo atto di sfida rende ancora più evidente l'impotenza della comunità internazionale e preoccupa per la stabilità della regione. La presenza armata del Marocco, in una delle zone "vedetta" per il mantenimento del cessate il fuoco del Piano di Pace, si accoda ad altre inadempienze inquietanti, quali la mancata nomina dell'inviato speciale del Segretario generale ONU perché si riprendano i colloqui tra le parti che dovrebbero portare al compimento del referendum di autodeterminazione e il rinnovo del mandato della MINURSO, previsto a fine mese, in cui si discuterà di nuovo se tale missione debba avere, al pari di altre, anche il mandato per vegliare sul rispetto dei diritti umani.

La "Rete Saharawi - Solidarietà italiana con il popolo saharawi ODV" chiede con forza che la comunità internazionale e i suoi organi, in primis il Consiglio di Sicurezza, onorino la propria Carta costituente, siano coerenti con il loro mandato per cui il diritto all'autodeterminazione e il rispetto dei diritti siano favoriti in ogni circostanza. E chiede che le risoluzioni ONU siano rispettate, che il Piano di Pace avanzi con onore e non si pieghi a favoritismi di convenienze economiche. Nel farlo la Rete, in rappresentanza delle numerose associazioni italiane impegnate in progetti di solidarietà con il popolo saharawi, esprime ai saharawi e ai suoi legittimi rappresentanti la massima solidarietà in questa delicata situazione.

fonte: Rete Saharawi - Solidarietà Italiana con il popolo saharawi ODV 



Ultima Modifica: 12/11/2020

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