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Oratorio della Madonna della Neve

 

Informazioni e orari

Per informazioni e visite telefonare alla Parrocchia di San Cresci

 
 

La storia

La costruzione dell'Oratorio si deve a Giovanni di Lorenzo di Pasquino, della famiglia Berti delle Stelle del quartiere di Santa Croce di Firenze, che acquistò nel 1711 da Vincenzo Turriti Cappelli, un podere con casa da signore nell'attuale via di Padule.

Anche se dal Catasto Lorenese la notizia della Cappella apparve solo nel 1815, dai documenti conservati nell'archivio arcivescovile di Firenze, risulta che già nell'ottobre 1713 Giovanni Berti si rivolse alla Curia fiorentina per ottenere il permesso di costruire un oratorio pubblico presso la sua villa.

L'edificio religioso non doveva servire solo per la famiglia Berti, ma anche per gli abitanti della zona, visto che la chiesa di San Cresci, che era la più vicina, si trovava a più di un miglio di distanza e in caso di maltempo la strada risultava impraticabile.

 
acquasantiera in pietra serena

Giovanni Berti riuscì a costruire, decorare e arredare l'Oratorio di via di Padule, in circa sei mesi, come attestò l'allora parroco di San Cresci, Giuseppe Maria Mazzei, che quando vi si recò, il 25 aprile del 1714, lo trovò terminato ed in regola "secondo gli ordini del sinodo in forma migliore".

La chiesetta fu dedicata alla Madonna della Neve in ricordo di un miracolo avvenuto il 5 agosto del 352.
Secondo la leggenda nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 352 la Madonna apparve a Roma a tal Giovanni, un patrizio convertito al cristianesimo, chiedendogli di erigere una chiesa dove, il giorno dopo, avesse visto il suolo coperto di neve.
La tradizione racconta che sull'Esquilino il giorno successivo ci fu una prodigiosa nevicata in piena estate e che sul luogo coperto di neve fu eretta una cappella dedicata appunto alla Madonna della Neve.

 
 

La Cappella campigiana mantenne, fino alla metà del secolo scorso, un minimo ruolo religioso. Accoglieva sempre i fedeli per i Rosari recitati in comunità nel mese di maggio e di novembre, ospitava il parroco di San Cresci per le Rogazioni e vi si celebravano ancora alcune feste della campagna. 

Poi cominciò il declino. La Cappella aprì i suoi battenti solo il 5 agosto, in occasione della ricorrenza del prodigio e l'edificio, non più soggetto a cure e manutenzione da parte dei proprietari nel tempo succedutisi, andò mano a mano deteriorandosi, complice anche l'umidità del luogo. 

Nel 2003 l'Amministrazione comunale acquistò l'Oratorio e finanziò i lavori per il completo recupero dell'edificio.
La cappella, chiusa dal oltre vent'anni, dopo un accurato restauro, è stata riaperta al pubblico il 22 ottobre 2005.

 
 

Il monumento oggi

L'Oratorio è stato concesso dal Comune di Campi Bisenzio nel 2005, come luogo di culto, in comodato gratuito per 29 anni alla parrocchia di San Cresci che si occupa della sua gestione e della manutenzione.

L'accurato restauro effettuato ha riportato l'Oratorio al suo antico splendore.

 
 

Cosa vedere

L'Oratorio, a pianta rettangolare e coperto con tetto a capanna, presenta una facciata simmetrica su via di Padule: un unico portale timpanato, sormontato dal simbolo di Cristo in pietra e da un'apertura ovale, affiancato da due finestre poste nella parte inferiore del prospetto. 

 
Particolare degli affreschi sulle pareti

Le pitture, presenti su tutte le pareti interne della Cappella, riproducono finte arcate e balaustre che si aprono su ambienti aperti: un tipo di rappresentazione pittorica caratteristica dell'inizio del Settecento, utilizzata per creare una sensazione di maggior ampiezza e profondità all'ambiente stesso.  

Tra le finte architetture si inseriscono motivi decorativi grigi e gialli su fondo d'oro, oltre che a degli scudi, dalla forma molto elaborata e ricca di volute e di conchiglie, sempre color giallo-oro. Anche l'intera copertura presenta tracce di un'antica decorazione con motivi vegetali gialli, grigi e verdi, sia sulle pianelle, che sui travicelli e sulla trave.

L'effetto illusionistico continua anche dietro l'altare dove è dipinta un'abside semicircolare, mentre in primo piano sono collocate due colonne con capitelli corinzi e due vasi da fiori che affiancano il dipinto raffigurante la Madonna col Bambino e tre santi.

 
 
L'altare dell'oratorio della Madonna della Neve

La Vergine, con in braccio Gesù, è riportata nella parte superiore dell'opera, avvolta da un manto azzurro. Ai suoi piedi si riconoscono Sant'Antonio da Padova, a sinistra, raffigurato come un giovane francescano, Sant'Antonio Abate, il vegliardo barbuto dal volto incappucciato posto al centro, e a sinistra San Filippo Neri.

Sovrastano poi il dipinto un fascio di raggi dorati, che all'interno racchiudono le lettere MV (Maria Vergine), emanati da una colomba, simbolo dello Spirito Santo.

 
 
 

Notizie tratte da:

 

Approfondimenti

Pubblicazioni relative all'Oratorio della Madonna della Neve:

 


Ultima Modifica: 01/06/2016

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