Antonio Manzi, come tanti altri artisti, in quasi quaranta anni ha essenzialmente rappresentato l'uomo, i suoi sentimenti ed il suo essere nel mondo, partendo dall'esperienza individuale per farne simbolicamente esempio di tutta l'umanità.
L'iniziale e personale sofferenza esistenziale lo ha portato a rappresentare in maniera visionaria e disperata il tormento e il male che vedeva nella società attraverso materie e tecniche che esaltavano l'immediatezza e l'incisività del segno a cui era demandata tutta la sua espressività creativa.
Così come è divenuta nel tempo una necessità la costante ricerca di nuovi materiali nell'approfondirsi del suo rapporto con l'arte e per una mutuata visione del mondo tale da determinare anche un rinnovamento dei temi ed una emblematica evoluzoine stilistica.
Gabriella Mancini - tratto dal catalogo "Il Museo Manzi"