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Museo Antonio Manzi

Museo Antonio Manzi

 
 

Scultura

L'ultimo decennio del Novecento segna un cambiamento significativo nell'attività di Antonio Manzi che si appassionerà e si dedicherà con particolare impegno alla scultura, poiché è oramai divenuta per lui un'esigenza assoluta esprimersi con i materiali e le tecniche propri della scultura classica, con il bronzo e con il marmo.

Le tracce della vocazione verso la scultura si possono ritrovare fin nei primi lavori degli anni '70 del Novecento, ma sono soprattutto la ceramica e il graffito a costituire il preludio a questa nuova dimensione artistica.

Particolare Ballerina 2001 Bronzo, fusione a cera persa h cm 40
Particolare Ballerina 2001 Bronzo, fusione a cera persa h cm 40

La familiarità con la materia ceramica gli permette senza alcuna difficoltà la modellazione della creta per realizzare i primi lavori che saranno il modello delle successive opere in bronzo.

E' il bronzo, infatti, con le peculiarità proprie della materia e delle tecniche, che interessa in questo periodo Manzi scultore, e con il quale realizza opere inizialmente di dimensioni contenute, per approdare già nel 1992 all'esecuzione di sculture monumentali, come Resurrezione collocata nel giardino del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio.

In brevissimo tempo l'artista è riuscito, come è sua consuetudine, ad avere un'eccezionale padronanza della tecnica e degli strumenti; adottando il metodo nobilissimo della fusione a cera persa.

 

I temi che predilige per questa nuova disciplina sono quelli dominanti negli anni '90 sia nella ceramica che nei graffiti e sono legati alla rappresentazione della figura in movimento nello spazio; sono pertanto i soggetti legati alla danza, la ballerina o i danzatori, ma si ritrovano anche le allegorie dell'amore corrisposto, come nei giovani amanti che si abbracciano o si baciano.

Sempre in questa prima fase Manzi ritornerà anche alle raffigurazioni tragiche e angosciose del periodo iniziale, in particolare per le opere a carattere religioso.

Anche il Poeta è uno dei soggetti amati dall'artista e torna frequentemente nei suoi lavori, poiché come il musicista o il pittore simboleggia l'essenza stessa dell'arte.

In quest'opera, Manzi, come nei primi lavori, rappresenta il corpo per frammenti anatomici; le braccia, le mani, i piedi si attorcono e si avvolgono intorno alla testa che si offre alla vista dell'osservatore a indicare che la libertà dell'artista, pur con fatica, supera qualsiasi ostacolo di natura materiale.

Particolare Urlo di dolore 1991 Bronzo, fusione a cera persa h cm 50
Particolare Urlo di dolore 1991 Bronzo, fusione a cera persa h cm 50

Urlo di dolore e Il dolore sono due opere di notevole suggestione emotiva che hanno la fonte iconografica nella Resurrezione, il bronzo monumentale realizzato da Manzi per il giardino del cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio.
 
Si tratta infatti di particolari dell'opera rielaborati e frutto della meditazione dell'artista su questo fondamentale soggetto sacro, che impone all'uomo di interrogarsi sulla natura materiale e spirituale dell'essere umano.
 
La tensione verso Dio è un cammino spesso doloroso e Antonio Manzi esprimere tale idea dando forma alla sofferenza; nell'opera Il dolore, ad esempio, è rappresentata attraverso due volti uniti dallo stesso sentimento, pur manifestato in maniera antitetica. 

 

Il dolore muto, che rimane prigioniero nel viso dolente e il dolore che viene urlato tanto forte da trasformare il volto in una maschera tragica; secondo un'iconografia cara all'artista che lo ha accompagnato lungo tutta la sua attività, basti pensare ad un disegno a biro su lino del 1971 o ad una maiolica del 1979, fino ad opere più recenti.

E' l'urlo che fa emergere il dolore interiore in una disperata ricerca di conforto e solidarietà, una sofferenza che non può più essere trattenuta e che da situazione individuale diviene condizione universale.

Il contenuto dell'opera è esaltato dai forti trapassi di luce e ombra e dal contrasto tra la superficie esterna perfettamente liscia e polita e la parte interna, visibile dalla bocca aperta e da uno squarcio sulla guancia del volto urlante, che mostra le irregolarità e le sbavature del metallo fuso, volutamente lasciato senza rifinitura.

Particolare Passione 2000 Marmo h cm 50
Particolare Passione 2000 Marmo h cm 50

Ogni nuovo materiale che implica nuove tecniche esecutive diviene per Manzi affinamento del suo linguaggio artistico, dà nuova forza alla sua espressività e vivifica ulteriormente i percorsi creativi già intrapresi.
 
E' pertanto un punto fondamentale nell'arte di Antonio Manzi l'approdo alla scultura in marmo, in un periodo della sua attività in cui la tendenza al classicismo è palese nel trattare determinati soggetti, si manifesta nella ricerca di armonia sia cromatica che di segno, particolarmente evidenti nelle ultime opere, così come nel tradurre le sue istanze creative in rapporti di volume e spazio, sperimentazione già operata col bronzo. 

 

Il marmo in questa fase costituisce la materia insostituibile con cui dare forma a tutte le urgenze espressive dell'artista e non casualmente la prima opera realizzata nel 1995, Amore velato, scolpita in marmo di Carrara, ha dimensioni monumentali, come la statuaria classica e rinascimentale, così come ripete la tradizione classica il trattamento del materiale che raggiunge effetti traslucidi per l'estrema levigatezza, ma mostra anche parti scabre lasciate dallo scalpello quali elementi segnici ed espressivi.

La ricerca di Manzi implica suggestioni che ripercorrono gli esiti della scultura monumentale in marmo di oltre un secolo, da Rodin a Martini, fino a Moore.

Fin dalle prime opere tutti i temi che rivelano il linguaggio artistico di Antonio Manzi sono perfettamente definiti e compiutamente espressi.

Passione, che dà il titolo a quest'opera in cui vi sono due innamorati giacenti che si abbracciano, è un soggetto replicato con significative variazioni fin dal 1995 ed esalta il motivo amoroso divenuto la più importante fonte di ispirazione negli ultimi due decenni di attività.

La struttura compositiva svolge nello spazio tridimensionale una classica iconografia manziana che in quest'opera, come Il trattamento del marmo, richiamano Il bacio di Rodin e come questo esprime un'intensa sensualità.

La scultura in marmo di Antonio Manzi riflette la forza del segno che caratterizza tutta la sua arte, qui si traduce nell'essenzialità della semplificazione anatomica per dare risalto alla linea morbida che definisce i corpi, levigatissimi, che si offrono alla luce con il candore del marmo in un gioco simbolico sempre presente in Manzi.

La luce crea effetti di lento movimento che accentua l'intensità del sentimento amoroso espresso dall'abbraccio.

Particolare Innamorati con vaso erotico 2007 Marmo scolpito a rilievo diam. cm 60
Particolare Innamorati con vaso erotico 2007 Marmo scolpito a rilievo diam. cm 60

La vocazione classicista di Manzi scultore si rivela non solamente nei marmi monumentali, ma anche nel recupero del tondo di tradizione rinascimentale scolpito a rilievo, come mostra quest'opera Uniti nell'amore la cui composizione riprende il soggetto dipinto su un piatto in maiolica del 1994.
 
Il candore e l'accurata levigatezza del marmo esaltano l'invenzione compositiva di particolare effetto estetico, giocata sulla simmetria e ritmiche rispondenze lineari.

 

Un uomo e una donna, dai nudi efebici, tesi nell'euritmia della danza e in perfetta simmetria, formano con i loro corpi un cerchio, simbolo di eternità, di continuità della vita, dell'intero universo in cui è contemplato lo spirito, la mente e la materia.

L'amore per Manzi è il tema su cui si concentra tutta la sua indagine artistica, amore come energia che determina il continuo rigenerarsi della vita, come espressione divina, della mente cosmica.

Anche gli elementi di simmetria che caratterizzano la composizione simboleggiano il concetto di eternità: il paesaggio all'orizzonte, i grandi fiori che si dipartono da un unico stelo centrale - che ripetono lateralmente l'andamento circolare del supporto e del movimento della coppia -, la posizione perfettamente centrale del sole, i lunghi capelli dei giovani disposti in perfetta specularità fino ad unirsi in un'unica chioma fluente e irreale.

Gabriella Mancini - tratto dal catalogo Il Museo Manzi


  1. Ballerina 2001 [21 Dicembre 2007]
  2. Ragazza con gatto 2006 [20 Dicembre 2007]
  3. Innamorati con vaso erotico 2007 [19 Dicembre 2007]
  4. Urlo di dolore 1991 [18 Dicembre 2007]
  5. Passione 2000 [17 Dicembre 2007]



Ultima Modifica: 26/07/2016

Ultima Modifica: 26/07/2016

© Museo Manzi - Villa Rucellai 50013 Campi Bisenzio ( Firenze )